LA US NAVY SI È ABITUATA AGLI UFO

Prosegue il disclosure guidato sugli UFO…

di Lavinia Pallotta

In un’intervista per “60 Minutes” del 16 maggio scorso, che fino a qualche anno fa sarebbe stata impensabile, un pilota della US Navy di nome Ryan Graves racconta che lui e i suoi colleghi, nel periodo tra il 2014 e il 217, vedevano UFO (anzi, no, UAP) così regolarmente al largo della costa della Virginia da essersi abituati. Quasi contemporaneamente a questa intervista, il filmmaker Jeremy Corbell ha divulgato un video sorprendente, ripreso da una videocamera a bordo della nave della Marina miliare statunitense USS Omaha al largo della costa di San Diego, nel luglio 2019, che il Pentagono ha ammesso essere autentico. Nel video si vede un oggetto sferico non identificato che, dopo essere volato vicino alla nave, s’immerge nell’oceano con manovre chiaramente controllate e graduali, quindi intelligenti, tra le esclamazioni di sorpresa dei militari. Sono droni? Sono velivoli extraterrestri? Secondo Grave, gli UAP visti da lui e i suoi colleghi così spesso da essere ormai dati per scontato, mostravano di avere delle capacità di manovra assai superiori a quelli dei velivoli USA conosciuti e quindi possono rappresentare una minaccia alla sicurezza nazionale. Detto da un militare, è comprensibile, anche se il fatto di essersi ormai abituati alla loro presenza implica che, tutto sommato, non si trattava di una presenza così minacciosa. L’oggetto non identificato del filmato ripreso dal personale della USS Omaha è stato definito dagli esperti del Pentagono, tramite la sua portavoce Susan Gough, “transmedium vehicle”, ovvero velivoli in grado di muoversi in aria, in acqua e presumibilmente anche nel vuoto. 

Velivoli transmedium 

Chi segue le notizie ufologiche, o semplicemente si tiene aggiornato tramite i media mainstream, si sarà accorto che negli ultimi anni gli UFO sono diventati uno degli argomenti preferiti dai quotidiani del calibro del New York Times, Washington Post, dai giganti del media come CNN, Fox News, e, a seguire, anche i grandi medi internazionali, italiani compresi. Per il primo giugno è atteso il rapporto ufficiale dell’Intelligence USA sugli UFO per il governo, e dovendo mandare in stampa questo numero prima della fine di maggio, potremo occuparcene solo con un mese di ritardo, ma tant’è. La quantità di notizie è tale che, se anche non ci siamo ancora abituati, come hanno fatto i marinai americani con gli “UAP”, alcune considerazioni vanno fatte. Sebbene dal governo americano non siano – ancora – arrivate conferme che questi “transmedium vehicle” siano di origine extraterrestre (o extradimensionale?), le dichiarazioni rilasciate ad esempio nel 2017 alla CNN dell’ex capo del TTIP, Luis Eizondo, dell’intelligence militare, lasciano pochi dubbi: «Ci sono evidenze molto convincenti che potremmo non essere soli. Questi velivoli, li chiameremo velivoli, mostrano caratteristiche che non sono comprese attualmente nell’inventario statunitense né in qualsiasi altro inventario straniero che sappiamo».  

Extra o terrestri?

La questione qui è controversa: i velivoli dotati di caratteristiche superiori ripresi nei video della US Navy potrebbero essere mezzi tecnologici di civiltà non terrestri, ma potrebbero anche essere velivoli super avanzati terrestri (come, ad esempio, sostiene Steven Greer), magari derivati da tecnologia extraterrestre, e che qualcuno nelle alte sfere sta portando all’attenzione del pubblico per scopi ancora non chiari, facendoci credere che siano alieni. In entrambi i casi, qualcuno che ha la facoltà di farlo sta dirigendo l’attenzione verso il fenomeno UFO, usando i media più influenti del mondo, quando, fino a non molti anni, fa, diciamo almeno fino al 2016, quando il New York Times ha pubblicato il pezzo bomba “Glowing Auras and ‘Black Money’, The Petagon’s Myisterious U.F.O. Program”, parlare d UFO era qualcosa di scomodo che giornalisti e militari preferivano evitare. Oggi abbiamo addirittura dei senatori, come Marc Rubio, che spingono per la pubblicazione di un rapporto da parte del Director of National Intelligence’s Office – l’apparato d’Intelligence più alto negli USA - a riguardo, perché il fenomeno potrebbe rappresentare una minaccia alla sicurezza nazionale e non ci si può più permettere di riderci su: «Voglio che venga disposto un processo per analizzare i dati ogni volta che arrivano, che ci sia un luogo in cui questi vengono catalogati e analizzati costantemente, fino a quando non otteniamo alcune risposte» ha dichiarato Rubio (Il  Messaggero, 17 maggio 2021). 

Le potenti forze dietro le quinte

Come ha commentato il 17 maggio scorso sul quotidiano online The Sun Nick Pope, a suo tempo coinvolto in un progetto di raccolta dati sugli UFO da parte del MoD britannico: «Ogni volta che la storia (degli UFO, ndr) si sta spegnendo, è quasi come se lo stesso governo USA gettasse benzina sul fuoco per riaccenderla» e ancora «senza alcun dubbio, qui c’è una sorta di agenda strategica nascosta che il Congresso, i media e il pubblico non comprendono – e potrebbero non farlo mai. C’è in gioco qualcosa, forze potenti sono al lavoro dietro le quinte, muovendo i fili»; «Potrebbe esserci qualcosa riguardo al fenomeno che sarà innegabile a breve ed è per questo che il governo USA sta cercando di uscirne nel modo migliore e guidare la narrativa». Pope ci sta dicendo che presto potrebbero venir fuori delle informazioni, o accadere degli eventi, che renderebbero innegabile il fenomeno UFO, e magari le sue origini, e per tale motivo il governo statunitense starebbe mettendo le mani avanti. Di certo questa massiccia operazione mediatica, in cui si fanno parlare davanti alle telecamere dei media più importanti del mondo piloti e alte cariche della US Navyy, e non solo, sta cercando di rimodellare il modo di concepire il fenomeno UFO nell’immaginario collettivo del grande pubblico, che se ne è disinteressato finora. Non è agli ufologi che è indirizzata questa operazione, ma al mondo intero. Al nostro vicino di casa, per il quale UFO è stato sempre sinonimo di buffi omini verdi, al mondo accademico con la puzza sotto il naso, ai giornalisti che hanno sempre preferito non sporcarsi le mani con certi argomenti, oppure che avrebbero voluto farlo ma non gli è stato permesso. Ma in un certo senso anche agli ufologi, molti dei quali guardano con sospetto questo disclosure, perché chi ha chiesto che i governi vuotassero il sacco, ora non può ignorare quanto sta accadendo. Ci viene detto dai piloti militari americani che nella loro carriera, al largo delle coste statunitensi, vedevano così tanti oggetti volanti non identificati, che surclassavano di molto le capacità della nostra tecnologia, da averci fatto l’abitudine, con buona pace di chi magari ha passato le ore facendo inutilmente skywatching. I piloti della US Navy vedono centinaia di UFO. Cosa dobbiamo fare di questa informazione? L’ex capo del progetto di studio degli UFO del Pentagono, Luis Elizondo, ci dice che «potremmo non essere soli». Il mondo può davvero fingere che tutto questo non stia accadendo? 



Questa nuova politica degli UFO è destinata a proseguire e a cambiarci. Tuttavia, il dubbio sinistro che anche questa volta la verità venga amputata e strumentalizzata per altri fini è lecito. Gli UFO volano sopra le nostre teste da molti anni, almeno dagli anni ’40 in modo palese. E non ci hanno raso al suolo, nonostante la loro superiorità tecnologica. Nel frattempo, i governi hanno recuperato tecnologia aliena, l’hanno studiata, ne hanno tratto altra tecnologia, che magari vola sopra le nostre teste all’insaputa di una parte dell’apparato militare stesso, e di parte dei governi. La minaccia alla sicurezza nazionale, se esiste, è davvero rappresentata da civiltà di altri mondi, o dimensioni, oppure da poteri occulti in possesso di tecnologia fantascientifica e la cui agenda è tutto tranne che chiara? In un mondo dove il media suonano la musica che le élite di potere vogliono sentir suonare, tenersi informati è doveroso, dubitare è saggio. 

Parla Obama 

Chi scrive si stava apprestando a chiudere il presente articolo quando, mercoledì 19 maggio, sono uscite su tutti o quasi i quotidiani le dichiarazioni dell’ex presidente USA Barack Omaba il quale, davanti alle telecamere della CBS, ha spiegato che  «… la verità è che quando sono entrato in carica ho chiesto: va bene, c’è un laboratorio da qualche parte dove teniamo esemplari di alieni e astronavi? La risposta è stata no» e poi «Ciò che è vero, e su questo punto sono serio, è che ci sono filmati e registrazioni di oggetti nei cieli che non sappiamo esattamente cosa siano. Non possiamo spiegare le loro traiettorie. Non si muovono con uno schema facilmente spiegabile. Quindi penso che la gente prenda sul serio il tentativo di indagare e di capire di cosa si tratta. Ma oggi non ho nulla da riferirti» (Huffingtonpost.it ,19 maggio). Altra benzina sul fuoco, tra il dire e il non dire. Il mantra, anche in questo caso, sembra essere: non sappiamo cosa siano ma, date le loro capacità, non è roba nostra. Obama, dismessi i passi del Presidente, si presta a (ri)dare credibilità a un fenomeno ridicolizzato in 70 anni di debunking e la stampa internazionale accorre. Ora dobbiamo solo aspettare e vedere dove tutto questo ci porterà e fino a quando la parola “alieni” resterà un tabù. Perché, caro Obama, i laboratori segreti con esemplari di alieni e astronavi li avete eccome. 

(Articolo pubblicato su XTimes 152 – giugno 2021)


Commenti