L’UOMO CHE ESPLORAVA IL COSMO CON LA MENTE

Ingo Swann fu stato colui che rese possibile l’impossibile: provare che esistono i poteri psichici e utilizzzzarli in campo militare e nell’intelligence 

di Lavinia Pallotta

La remote viewing, o visione a distanza, è stato uno dei progetti top-secret finanziati dall’intelligence USA su cui oggi abbiamo la maggiore quantità di documentazione ufficiale, grazie al FOIA, e il maggior numero di testimonianze da parte dei protagonisti, civili, scienziati e militari. Considerata la validità delle prove a favore dei risultati stupefacenti ottenuti nel corso di un quarto di secolo, e la fama indiscussa degli scienziati che portarono avanti questi progetti, chi ha interesse a negare le potenzialità della mente umana per ottusità o partito preso, preferisce generalmente fingere che i remote viewer non esistano. I fatti, invece, raccontano un’altra storia, che ha il suo inizio nei primissimi anni ’70, in piena guerra fredda, quando un artista di New York laureato in biologia, dal nome insolito di Ingo Swan (cambiato poi in Swann, 14 settembre 1933 - 31 gennaio 2013)) cercò e ottenne la collaborazione di un brillante fisico dello Stanford Research Institute (SRI), California, Harold E. Puthoff, per un progetto pionieristico e improbabile da lui denominato per la prima volta remote viewing (RV) e destinato a diventare leggenda. 

Esplorare il cosmo con la mente

Dotato di capacità psichiche fuori dal comune sin dall’infanzia e perfezionate nel tempo, all’inizio della sua collaborazione con Puthoff, Swann è in grado di visualizzare qualsiasi località e descriverla nei particolari con il semplice ausilio delle coordinate di latitudine e longitudine. Nonostante gli alti e bassi (la remote viewing è soggetta a errore, per ammissione stesa di chi l’ha praticata), i risultati erano tanto interessanti da solleticare l’interesse della CIA, allora preoccupata dei presunti progressi dell’Unione Sovietica in questo campo. Il curriculum scientifico e il precedente impiego di Puthoff presso la US Naval Intelligence e l’ NSA (National Security Agency) conferivano valore scientifico e riservatezza a studi che l’establishment accademico rifiutava, salvo poche eccezioni, e che dal 1972 continueranno in forma classificata sotto l’egida della CIA, con il Progetto SCANATE, sostituita poi, nel 1976 dal US Army’s Intelligence and Security Command (INSCOM). Seguiranno il Project GRILL FLAME, il CENTER LANE, il SUN STREAK e in fine il progetto STARGATE. Come lo stesso Puthoff ha dichiarato in un rapporto ufficiale, «gli studi di RV sembrano fornire prove inequivocabili della capacità umana di accedere a eventi remoti nel tempo e nello spazio, per quanto con risultati alterni e secondo processi cognitivi ancora sconosciuti (1)».

Capacità che permettevano di esplorare ogni remoto angolo del pianeta e, incredibilmente, anche del cosmo: Ingo Swann entrerà nella storia per avere, nel marzo del 1973, descritto in anticipo rispetto ai dati del Pioneer 10 (1973) e soprattutto del Voyager 1 e 2 nel 1979 le caratteristiche di Giove e per aver anticipato, nel 1974, i dati inviati dal  Mariner 10 nell’esplorazione di Mercurio. Swann riuscirà a vedere gli anelli di Giove e a descrivere le particolarità di Mercurio, del tutto in contrasto con quanto si riteneva possibile allora, come la presenza di atmosfera, di un campo magnetico e una ionosfera. Le sonde spaziali gli renderanno giustizia e la RV si guadagnerà credibilità negli ambienti militari, che la sfrutteranno con fini di spionaggio psichico. 

Sulla Luna

Questa la parte ufficiale, che a denti stretti l’intelligence ha dovuto confermare e che è verificabile da chiunque. Altre informazioni hanno contraddistinto il racconto autobiografico dei RV coinvolti in questi progetti e Swann non ha fatto eccezione. Si tratta di informazioni che dal mondo classificato del top-secret ci conducono a quello ancor più oscuro e ambiguo dei cosiddetti black projects riguardanti, in questo caso, la vita extraterrestre.

Forte dei recenti successi, racconta Swann nel libro “Penetration”, nel 1975 riceve una telefonata da un alto funzionario di Washington DC di sua conoscenza, che gli domanda segretezza e collaborazione per qualcosa di molto importante. Nulla gli vien spiegato, solo che un uomo di nome “Axelrod” si sarebbe messo in contatto con lui se avesse accettato. Swann, naturalmente, accetta e incontra il misterioso Axelrod, che il sensitivo descrive come un “un sorridente tipo jolly” e i suoi due taciturni e “letali” uomini fidati. Ha inizio una collaborazione verso la quale Swann prova sentimenti contrastanti: la curiosità e l’ottima paga offertagli non bastano a compensare il senso di frustrazione e di inquietudine che tanta segretezza gli arreca. Non sa chi siano quegli uomini, per chi lavorino e le sue domande restano tali. Persino ciò che scoprirà durante il compito affidatogli lo sconvolge: deve esplorare psichicamente il lato oscuro della Luna e Swann incredulo, ripete più volte l’esperimento, convinto di essersi sbagliato. Sulla luna, infatti, il RV vede delle enormi strutture artificiali, torri, diffuse luci verdastre, segni simili a quelli dei trattori sul terreno e, dulcis in fundo, alieni dall’apparenza umana che ci lavorano. 

Swann nulla sapeva degli studi di George Leonard, che solo in seguito pubblicherà il suo discusso libro “Somebody Else Is On The Moon”(1977), e nel quale, afferma Swann, troverà informazioni coerenti con quanto da lui visualizzato quella volta. Non sono solo teorie farneticanti dunque, quelle di Leonard, secondo cui sulla nostra luna esisterebbero da tempo strutture artificiali fotografate e nascoste dalla NASA, opera di una civiltà extraterrestre impegnata in una laboriosa opera di colonizzazione? Secondo Swann gli agenti occulti con i quali collaborò ne erano già consapevoli e cercavano conferme, convinti, secondo quanto aveva potuto intuire, che gli alieni non fossero amichevoli e la situazione fosse incontrollabile. 

Extraterrestri in mezzo  a noi

Altri due eventi convinceranno il remote viewer della presenza extraterrestre in mezzo a noi: nel ’76, Swann descrive l’Incontro in un supermercato di Los Angeles con una donna bellissima pedinata dai due uomini di Axelrod. È un attimo, lui le si avvicina mentre fa la spesa (niente black ops questa volta) e la sensazione “elettrificante” della sua diversità gliene segnala la natura aliena. Aliena e, secondo quanto rivelatogli da Axelrod, molto pericolosa… doveva stare in guardia, i remote viewer erano considerati un pericolo  e se avesse incontrato nuovamente quella donna, con convincente indifferenza avrebbe dovuto tagliare la corda!

Un UFO dal nulla

L’ultimo incontro con Axelrod e il suo mondo occulto avviene, racconta Swann, nel 1977, occasione in cui per poco non perde la vita. Finalmente Swann ha la possibilità di osservare un UFO da vicino, vederlo prendere forma pian piano dal nulla: prima una nebbia sottile, poi sempre più densa fino a diventare una sorta di luce al neon bluastra e poi di un acceso color porpora. Si trovano in un’imprecisata regione fredda, che Swann ipotizza essere molto a nord, forse il circolo artico e l’atmosfera è tesa, il rischio grosso. Vuoi vederne uno (di UFO), gli aveva domandato il “sorridente tipo jolly”? ma certo, come no. Zona remota, in prossimità di un lago, raggiunta con un aereo camuffato da Lear Jet ma incredibilmente più veloce. Sulle acque del lago l’UFO non vola ma si materializza: non discoidale ma a forma di diamante, e comincia a emettere quello che ha tutta l’apparenza di un raggio laser con il quale scansiona e incenerisce tutto il perimetro circostante, alberi e forme di vita comprese, mentre risucchia grandi quantità d’acqua sottostante. Il gruppo riesce a sfuggire, erano preparati, evidentemente accadeva spesso! Nonostante il terrore, Swann ha l’impressione che si fosse trattato di un drone, ma non ottiene altre informazioni. Impossibile percepire qualcosa in una situazione del genere,  inutile il pericolo corso. Di sicuro una conferma della pericolosità di certi incontri.

Gli Enigma Files

Swann non avrebbe più rivisto Axelrod e i gemelli, ma dopo molti anni ha voluto raccontare le sue strabilianti esperienze. Come lui, altri remote viewer.

Ingo Swann e Uri Geller sono stati RV civili. Nei progetti promossi dall’INSCOM, a partire dal GRILL FLAME (1976), verrà  addestrato solo personale militare accuratamente selezionato: David Morehouse, Mel Riley, Lyn Buchanan sono solo alcuni nomi. Tutti, nel corso della loro attività psichica, hanno fatto esperienze di UFO e razze aliene. Le informazioni da loro raccolte hanno dato vita ai cosiddetti “Enigma Files”, nome coniato dagli stessi remote viewer e che costituiscono un capitolo scomodo e affascinante della storia umana che varrebbe sinceramente la pena di riscoprire.

(Articolo originariamente apparso su Area 51)

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Nota:

(1) “Alien Agenda, investigating the extraterrestrial presence among us”, di Jim Marrs, ed. Harper Paperbacks, 1997.